Per quasi 20 anni mi sono occupata di discipline bio-naturali, percorsi di consapevolezza e
medicina integrata. L’urgenza di attuare una trasformazione sociale per un mondo più equa e
armonica, così come la tutela dell’ambiente, per me passa solo attraverso la consapevolezza
individuale. E come svilupparla continua a rappresentare per me oggetto di passione e di
ricerca.
Qualche anno fa tutto il settore dell’olismo mi è venuto a totale noia; sentivo di non starci più
dentro. Le solite frasi e la terminologia utilizzata mi irritavano in modo esasperante e anche
sorprendente. Poi ho compreso il perché. Sentivo che mancavano dei nessi, dei ponti per
tradurre in pratica le teorie e i pensieri che, se pur meravigliose e altisonanti, restano sterili se
non vissute nel quotidiano. Troppo spesso sono condivisi solo intellettualmente, oppure
vissuti negli spazi isolati di seminari e convegni, preposti alla comprensione e alla
compassione e una volta tornati nella vita reale, dimenticati. Nonostante i mille corsi e
percorsi vari la vita viene affrontata con sforzo e competitività. Il senso di isolamento, dagli
altri e dalla propria natura profonda, non si colma.
Lo sanno molto bene coloro, che fanno dei corsi e seminari uno dietro l’altro, ascoltano le
conferenze di nuovi guru e leggono tutti i libri su come essere felici. Senz’altro facevo parte
anch’io di questa vasta schiera di persone che, sinceramente e con passione, sono alla ricerca
di senso, quiete e risposte alle domande fondamentali della vita.
I vari metodi e visioni presentano diversi punti di vista e approcci alla verità, senza che mai
una la possa contenere tutta. Per funzionare devono creare nesso tra la dimensione interiore
e quella manifestata nelle parole e azioni.
Le verità dall’esterno – se non le sentiamo profondamente nostre – non servono, anzi, spesso
sono annosi. Occorre accompagnare la persona ad attivare l’ascolto interiore affinché
sappiano attingere dalla propria saggezza innata le informazioni e indicazioni sulla via da
perseguire. Secondariamente occorre attivare fiducia, energia vitale e passione per osare
metterle in pratica.
La trasformazione profonda non modifica la persona nella sua essenza. Piuttosto si tratta di
uno svelare graduale di ciò che ci anima e di un dolce abbandonare le idee fisse di noi e della
vita. Questo “silente sapere”, come lo chiamano le tradizioni artiche, è una voce che sussurra
soave. Per essere sentita richiede silenzio, una certa dose di coraggio e di umiltà. Seguirla
potrebbe diventare un piacere profondissimo e inaspettato se ci attrezzassimo di curiosità, di
voglia di farci sorprendere e di un permesso permanente a sbagliare.
Le neuroscienze lo sanno.
Quando siamo alla ricerca di soluzioni per i nostri problemi, momenti di crisi, quando siamo
smarriti e non troviamo la nostra strada, abbiamo a nostra disposizione vari fonti di
informazione. La fonte più ricca è il nostro pensiero.
Il nostro pensiero ha due modalità di funzionamento. Prima, la deduzione di informazioni
attraverso l’analisi, comparazione, e ragionamento.
C’è ne un altro che contiene 99,99% più informazioni che e che funziona 300 000 volte più
velocemente, si tratta del sapere silente della nostra natura profonda, o se preferite,
possiamo chiamarlo l’intuizione. E come per dire che attraverso la riflessione, il ragionamento
sulla base di dati, possiamo trovare al massimo 3-4 soluzioni, mentre se ci affidiamo alla
nostra natura le soluzioni possono essere infinite, sorprendenti e capaci di apportare vero
rinnovamento e cambiamenti profondi nella nostra vita.
Noi tutti custodiamo questo sapere dentro di noi; è una fiamma sempre viva. Anche se è stato
bistrattato e considerato come di secondo grado rispetto al ragionamento, la sua potenzialità
è immensa. Sono come dei file di dati che hai ricevuto come dotazione quando sei nato, come
il seme di una pianta che ha già tutte le istruzioni per diventare adulto e compiere il suo
destino.