Chiamiamo con la parola “amore” almeno due sensazioni differenti.
Quando il desiderio di intimità è causato dal bisogno, dalla dipendenza e attaccamento è il cervello rettiliano a dominare. Quando questo tipo di attenzione non è corrisposto, emergono l’odio, il rancore e spesso anche la violenza, o contro se stessi ad esempio in comportamenti autolesionisti inconsapevoli oppure contro l’oggetto del desiderio. Chi la vive non necessariamente ne è consapevole; crede di essere autenticamente innamorato e il suo dolore è vero.
Quando proviamo amore autentico, le zone cerebrali coinvolte vanno da quelle limbiche a quelle neocorticali e i mediatori chimici sono dopamina e serotonina. Questo stato favorisce inoltre il funzionamento armonico del tessuto cerebrale e stimola il sistema immunitario. Sentiamo desiderio profondo, una pienezza d’essere e siamo in grado di vivere un amore maturo che non vincola l’altro e non costringe ad adeguarsi ai desideri dell’altro nella paura di perdere l’oggetto d’amore.
Come allenarci per vivere un amore maturo?
Risvegliare i nostri sensi, imparare ad ascoltare i sussurri del corpo e attraverso lui i sentimenti sottili ed accoglierli, senza dividerli in positivi o negativi. Permetterci di sentirci fragili e feriti. Darci il diritto di costruire la nostra felicità attraverso piccoli gesti quotidiani di amore pratico verso noi stessi. Evitare la ricerca di emozioni forti, che paradossalmente ci allontanano dal nostro centro. Ci fanno sentire vivi per un attimo, ma subito dopo ci lasciano vuoti, delusi e soli.
Le attività che stimolano la comunicazione con la nostra natura profonda, dove abita la vera gioia e entusiasmo, sono tutte quelle che ci fanno rivolgere verso la nostra interiorità, quindi il silenzio, la gratitudine, il camminare e muovere il nostro corpo in modo consapevole, il contatto con la natura, la contemplazione dell’arte e della Bellezza.