Nei lunghi mesi invernali, quando il sole resta sotto l’orizzonte, i cortili
innevati dei finlandesi sono tempestati di lanterne di ghiaccio, che
diffondono una luce magica e soave che riverbera sulla neve candida.
Si tratta di una cupola di ghiaccio, traslucida che, adagiata sulla neve
su una candela accesa, diventa una lanterna e protegge la fiamma dalle
intemperie.
Anche noi, quando sentiamo il mondo esterno ostile e minaccioso,
nascondiamo la nostra essenza, la nostra natura selvaggia.
Lo facciamo per il timore che la nostra fiamma possa essere troppo
flebile per sopportare i venti gelidi degli eventi esterni.
Ci è servito. E’ stato necessario quando la nostra vita dipendeva dalle
cure dei nostri genitori. In noi nasceva solo ciò che era visto e amato;
abbiamo assunto dei comportamenti che ci garantivano lo sguardo
d’amore di altri. Questi comportamenti, negli anni, sono diventati la
nostra barriera glaciale che non permette di accedere alla nostra
fiamma interiore, a tutta la varietà e le diverse energie e volti che si
animano.
Copriamo la nostra natura profonda con comportamenti e parole che
non nascono dalla nostra interiorità, non sempre sono motivati dal
nostro ardore, ma sospinti dall’esterno.
Quando non siamo più a contatto con la nostra essenza, che sa sempre
chi siamo, quali sono i nostri desideri profondi e come realizzare il
nostro personale destino, la vita ci muore dentro,. Non ne sentiamo
più l’energia e smarriamo la nostra via quando ci adagiamo su quello
che siamo costretti a fare, quando ci abituiamo al consueto e crediamo
di essere liberi mentre le nostre azioni sono condizionate dagli altri e
dal nostro bisogno di amore e di accettazione.
La coltre di ghiaccio, che ci ha permesso di sopravvivere e di evitare
di risentire il dolore delle ferite e delle nostre paure, ad un centro
punto diventa una gabbia in cui ci sentiamo stretti. Come eliminare
questa che è stata una protezione necessaria ora che è divenuta una
prigione che ci impedisce di vedere, sentire, e ascoltare la nostra voce
interiore?
Con le maniere dure? Strappandola via, costringendoci a esporci con la
nostra fragilità. No, non occorre. La fiamma potrebbe non essere forte
abbastanza e il ghiaccio rompendosi potrebbe ferire.
La soluzione è un’altra, e sa di amore, piacere e gioia. Basta aumentare
la fiamma, far divampare la nostra natura selvaggia, l’energia vitale, e
lei saprà – con dolcezza e con i tempi che ci rispettano – liberarci dai
confini di noi stessi, dalla paura che ci toglie il coraggio di osare e di
immaginare modi alternativi di vivere.